L’ordigno era stato rinvenuto nel corso di scavi edili.
COSENZA – Nella mattinata di Lunedì, fortunosamente e senza incidenti, è stato rinvenuto un grosso oggetto metallico dalla forma assimilabile ad un residuato bellico. I responsabili del cantiere hanno immediatamente chiamato le autorità e l’Artificiere della Polizia di Stato, prontamente intervenuto, ha confermato che l’oggetto era una bomba aerea di notevole mole. Immediatamente sono state avviate le procedure di sicurezza, sgomberato il cantiere sottoposta l’area a vigilanza da parte della Questura di Cosenza che ha disposto con la Prefettura, l’intervento degli Artificieri dell’Esercito, specializzati in questi particolari ordigni.
Ieri mattina il team degli specialisti, giunto da Castrovillari, è intervenuto nelle prime ore del mattino ed ha portato completamente alla luce l’ordigno, confermando che era una grossa bomba aerea bellica americana inesplosa, pesante oltre 230 chili, dei quali circa la metà costituiti da una miscela esplosiva composta da Tritolo e Nitrato di ammonio, ancora tecnicamente attiva. Gli artificieri hanno rapidamente verificato le condizioni dell’involucro esterno, colpito dalla benna della macchina movimento terra e delle relative spolette di attivazione, convenendo che la bomba era ancora pericolosa ed attiva e necessitava di ulteriori misure di sicurezza.
La bomba è stata controllata attentamente, ripulita dalla terra e dalla ruggine, successivamente portata in piano e stabilizzata, per attendere i tempi tecnici della neutralizzazione finale che verranno stabilite di concerto con la Prefettura, nell’immediato. Il 19 Giugno 2007 un ordigno similare, a brevissima distanza da quello odierno, è parzialmente esploso, sotto l’azione di una trivella e solo per un caso non è avvenuta una strage. Un problema sempre attuale e di vasta portata quello dei residuati bellici che spesso viene sottovalutato, purtroppo a riportarlo alla ribalta sono solo gli incidenti ed il lavoro silenzioso e giornaliero degli specialisti dell’Esercito che lavorano in aree contaminate da questa pericolosa eredità di guerra.