Quella messa in campo da alcune pagine dei social network ‘odora’ di azione di allarmismo e anche di inesattezze grave nonostante la pericolosità conclamata del viadotto Cannavino. nel frattempo anche la nota blogger si occupa del viadotto e scrive a Renzi
COSENZA – “Le oscillazioni e l’evidente abbassamento della sede stradale fanno presagire che ormai è “questione di ore“; e ancora “è esploso il terrore in ‘vista’ del crollo del Ponte di Celico”. Un allarmismo che certamente è dettato dalla preoccupazione ma esageratamente procurato. Ed è normale che questi ‘annunci‘ abbiano generato la paura di centinaia di utenti. Un errore certamente utilizzare queste frasi per sottolineare una pericolosità che non è imminente così come si è voluto far credere, sebbene siano necessari controlli ed interventi urgenti.
In merito ai toni allarmistici utilizzati sulla rete e con riferimento alle preoccupazioni crescenti dei cittadini soprattutto attraverso la rete e sui social network e riguardanti la richiesta di interventi inerenti il viadotto Cannavino della SS107 Silana-Crotonese, il Presidente della Regione, Mario Oliverio, ha contattato personalmente il Capo Compartimento dell’Anas della Calabria, ing. Marzi, per investirlo direttamente di tale problematica. “Alla luce delle preoccupazioni evidenziate da più parti e soprattutto sui social network – ha detto Oliverio rivolgendosi al dirigente dell’Anas- ritengo necessario porre alla vostra attenzione dette preoccupazioni, affinché possiate assumere con urgenza tutti i provvedimenti necessari”. Certo è che Oliverio si ricorda dei reali problemi di questa regione solo quando si arriva al limite; un pò come il mare. Quicosenza aveva sollevato qualche giorno fa il problema della pericolosità del viadotto, con un articolo dettagliato nel quale si evidenziavano le criticità. Anas dopo questo, aveva inviato in redazione una risposta con alcune delucidazioni.
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La nota Blogger, che spesso si occupa della Calabria (ricordate l‘orribile brochure illustrativa della notra regione piena di strafalcioni sui voli Ryanair), ha pubblicato un lungo post sulla sua pagina Facebook. La Lucarelli interviene sulla diatriba del viadotto Cannavino rivolgendo un appello direttamente al presidente del Consiglio Matteo Renzi, che solo 2 giorni fa era ha inaugurato un tratto della A3: “Quando lei arriva col suo Air Force Renzi a Fiumicino, che strada fa per arrivare a Palazzo Chigi? Immagino faccia la Roma-Fiumicino, poi l’Aurelia, poi che so, Mura vaticane, Cola di Rienzo, via del Corso, Piazza Colonna. Ecco. Forse dovrà vedersela con qualche buca, al massimo. O col traffico. Ma tanto lei mette la sirena, che je frega. Bene. Lei si immagini invece di dover percorrere un ponte. Un ponte a qualche centinaio di metri da terra dall’aria sinistra, vetusto, con una crepa centrale che lo taglia in due e che costringe la sua auto blu a fare qualche montagna russa perché la strada presenta avvallamenti all’altezza di quella crepa.
Immagini di dover avere paura ogni volta che va a Palazzo Chigi o a casa sua a Firenze o sulla neve a fare il figo sulla pista nera. Paura di morire perché qualcuno si è dimenticato di quel ponte. Sa perchè le dico questo Matteo Renzi? Perché in Calabria c’è un ponte, il ponte di Celico (o viadotto Cannavino) che fa paura a tanta gente. E sa, non è un ponte secondario su cui passano un carretto e qualche gregge di pecore ogni tanto. È un’arteria tra le più importanti della Calabria e la percorrono persone che vanno a lavorare, turisti che visitano la Sila, le coste e le tante bellezze della Calabria, studenti che vanno all’Università di Cosenza, insomma, quelle persone normali che poi piangiamo quando vi svegliate troppo tardi. Che non hanno, metaforicamente e non, un’altra strada da percorrere per salvarsi la pelle.
“E allora Matteo Renzi – scrive la Lucarelli – le chiedo una cosa a nome dei tanti calabresi che mi hanno chiesto di aiutarli a parlare di questo ponte, di questa paura, di questa tragedia annunciata. Non vada al sud a presenziare ai funerali di gente che è morta perché si poteva fare di più in fatto di sicurezza o di manutenzione o di controlli o di prevenzione o di quello che vuole lei. Non vada a fare il gradasso annunciando lavori su tratte che sono buone per i titoli in prima pagina. Vada in quel sud di cui non si ricorda nessuno e ci vada prima che le cose accadano. Vada ad ascoltare i vivi, non a piangere i morti. Digiti su Google “ponte di Celico paura” e scoprirà che i calabresi con petizioni, filmati, articoli sui quotidiani e siti locali la loro voce stanno cercando di farla sentire in tutti i modi. Scoprirà che si’, ci sono state mezze promesse, l’Anas che riconosce la necessità di un intervento ma resta vaga, Delrio che se ne è vagamente occupato a marzo con una firma su un documento e poi nulla, la protezione civile che aveva già monitorato il ponte nel 2006 (10 anni fa!) perché qualcosa non andava e infine il succo della questione che è, sembra, “ci muoviamo nel 2017 se ci sono i soldi”. Nel frattempo su quel ponte tanti calabresi e non continuano a passare col cuore in gola, non vedendo l’ora di sentire le ruote della loro macchina toccare un asfalto che non sia sospeso nel nulla. Ci pensi, mentre va a Palazzo Chigi lamentandosi di qualche buca per cui ora, per giunta, può pure dare la colpa alla Raggi”.