Sulla presunta incompatibilità del sindaco di Cosenza e la diatriba che ha tenuto banco anche nella campagna elettorale, sono intervenuti Roberto Occhiuto e Jole Santelli: “Il governo ha smentito la tesi di Guccione e la falsa propaganda della sinistra, ribadendo la tesi del Commissario Prefettizio Carbone”
COSENZA – La diatriba infinita sulla presunta incompatibilità del primo cittadino di Cosenza Mario Occhiuto, ieri ha aggiunto un nuovo capitolo che prova una volta per tutte a mettere la parola fine ad una vicenda che il PD calabrese, con Carlo Guccione capofila, nonostante la sonora sconfitta alle ultime elezioni comunali, continua a portare avanti. I deputati di Forza Italia Jole Santelli e Roberto Occhiuto, rispettivamente, coordinatore e vice coordinatore regionale del partito hanno diramato una nota congiunta con la quale hanno voluto rispondere definitivamente alle accuse del PD: “Dopo mesi di terrorismo politico, bugie costruite ad arte e pozzi avvelenati, abbiamo assistito all’ennesimo harakiri del PD calabrese. Il Ministero dell’Interno ha smentito la tesi di Guccione e ha polverizzato la falsa propaganda sulla presunta incompatibilità del Sindaco Occhiuto, con cui per tutta la campagna elettorale si è cercato di prendere in giro gli elettori, ai quali ora qualcuno dovrebbe chiedere scusa”.
“Secondo i ‘giureconsulti’ del PD – si legge nella nota congiunta dei due deputati – il Viminale avrebbe certamente sposato le loro tesi e così hanno presentato un’interpellanza, che poi, consapevoli dell’inconsistenza delle loro idee, non hanno voluto discutere. Allora, per chiarezza nei confronti degli elettori, abbiamo chiesto noi al Ministero di rispondere. E anche il Governo amico della sinistra cosentina ha ribadito la tesi del Commissario Prefettizio Carbone che aveva escluso quanto sbandierato da chi, con ignoranza o malafede, aveva indotto a credere che sulle incompatibilità si potesse esprimere il Ministero dell’Interno. Ora, come prevede la legge, la parola è al Consiglio Comunale e l’arma brandita dal PD, ormai totalmente spuntata, si è trasformata in un suicidio politico, peraltro annunciato“.