Lunga e tesa riunione stasera nella sede del partito di viale Trieste. Alla fine ha pesato il diktat romano di Renzi. Il partito di Paolini va via urlando contro i presenti all’assemblea.
COSENZA – Il Pd ha il suo candidato sindaco per la città di Cosenza. Dopo giorni di estenuanti trattative alla fine il partito di Renzi ha raggiunto l’accordo con i suoi alleati: sarà Lucio Presta a cercare di conquistare Palazzo dei Bruzi. Il suo nome circolava ormai da tempo, ma negli ultimi giorni, soprattutto dopo la conferenza stampa tenuta dal manager dei vip sabato scorso (leggi qui), in cui oltre a sostenere di non voler prendere parte alle primarie, aveva sottolineato con forza la sua intenzione di non voler avere nulla a che fare con i soliti professionisti della politica, sembrava aver perso punti. La curiosità è che sono stati proprio quei professionisti da lui poco graditi a spingere per il suo nome. La pressione decisiva è giunta da Roma, con il premier a imporre il suo uomo. Un intervento che ha mandato su tutte le furie il Pse di Enzo Paolini (nella foto in basso), andato via dal tavolo della trattative in anticipo con i suoi esponenti Mazzuca e Cipparrone a urlare “Venduti” ai presenti. Luigi Incarnato è rimasto dentro la sede. I Gentile, rappresentati da Franco Perri, non hanno sottoscritto la candidatura di Presta e si sono riservati di esprimere il proprio parere nelle prossime ore.
Ma ci sarebbe un retroscena di non poco conto: Presta, a quanto pare, avrebbe chiesto al Pd di tenere fuori dall’alleanza la famiglia Morrone ritenuta poco affidabile dopo il tradimento all’ex sindaco Mario Occhiuto. Difficilmente, però, verrà accontentato.
Non è stato comunque facile mettere d’accordo tutti i protagonisti della cosiddetta “Alleanza Civica”, una ‘saga’ per certi versi simile a quella che sta andando avanti da settimane in Parlamento sulle “Unioni Civili”. La ricerca di un nome che accontentasse i vari esponenti del nuovissimo Partito della Nazione cosentino ha rischiato di bloccare già dopo pochissimi chilometri, quella macchina perfetta che lo scorso 6 febbraio aveva consentito, grazie alla sfiducia firmata da 17 consiglieri comunali di minoranza e maggioranza, di far cadere il sindaco Mario Occhiuto. Da allora ne sono successe tante: riunioni, promesse, promesse non mantenute, nuovi progetti e nuovi auspici di unità. Alla fine, però, seppure faticando più del dovuto, l’obiettivo è stato raggiunto. Dunque, primarie abolite e Lucio Presta candidato sindaco.
Le difficoltà trovate per la scelta del manager lasciano però qualche perplessità agli elettori più romantici del Pd (e anche a chi segue la politica con più distacco e obiettività), già costretti ad accettare un’alleanza con quelli che fino a poco tempo fa erano considerati nemici. Se l’Alleanza Civica creata ad arte per raggiungere il potere ha faticato così tanto a trovare un’idea condivisa già nelle fasi iniziali del suo progetto, cosa potrebbe accadere in caso di vittoria alle amministrative di giugno? Si riuscirà ad andare sempre d’accordo per il bene della città di Cosenza? Ai soliti noti della politica bruzia, e da oggi anche romana, l’ardua sentenza.