Il governatore calabrese ha commentato l’esito delle elezioni amministrative: “Il voto del 5 giugno non ha alcuna incidenza sull’andamento dell’attività della Regione”.
CATANZARO – Per il governatore Mario Oliverio la sconfitta del Pd in terra calabra alle ultime amministrative non è differente da quella arrivata in città come Napoli, Roma e Torino. “Bisogna operare correzioni radicali – ha affermato oggi il presidente della Regione a Catanzaro – perché c’è, alla base di tutto questo, una condizione di sofferenza sociale rispetto alla quale è necessario alzare l’attenzione e soprattutto adeguare la risposta. Le condizioni di una parte importante della popolazione sono di aggravamento della sofferenza sociale. Non è un caso che tanto a livello nazionale quanto in Calabria è nelle periferie che si esprime in vario modo una protesta o un voto che non va al Pd. Questo è un punto di riflessione che bisogna operare”.
Per Oliverio, quindi, le alleanze in una città strategica come Cosenza con Denis Verdini, Ennio e Luca Morrone, Giacomo Mancini junior e quella mancata (non per volere del Pd) con il Nuovo centrodestra della famiglia Gentile non hanno affatto inciso nell’elettorato. Ciò che ha fatto la differenza è “la sofferenza sociale che ha colpito il Paese” negli ultimi anni.
“Credo che bisogna riflettere sull’esito delle elezioni amministrative – ha detto sempre il governatore -. La nostra azione, però, va avanti perché quelle consultazioni sono da valutare come risultato, ma non hanno alcuna incidenza sull’andamento dell’attività della Regione. Il Pd, a mio avviso, deve fare un’analisi aperta, vera della situazione per rilanciare un progetto che sia in sintonia con i segnali che vengono dal voto. Per i nuovi organismi ci sarà il tempo dei congressi che è ormai prossimo: Renzi stesso ha annunciato che subito dopo il referendum si procederà in tal senso. Il punto non è questo. Il punto è quello di riflettere e aprire ai segnali che vengono e adeguare la risposta. La politica deve avere questa capacità, altrimenti se si pensa che la risposta si dà in termini di qualche toppa organizzativa, di un nome al posto di un altro vuol dire che si è capito poco. Quella di Renzi sui lanciafiamme – ha detto ancora Oliverio – è chiaramente una frase ad effetto. Quando ci sono problemi di carattere generale ovviamente non si può parlare solo del sud. Se c’è un problema a Roma o a Torino vuol dire che c’è un problema nel Paese e, quindi, anche nel sud. Nessuno deve fare ricorso a questi riferimenti per attenuare l’analisi in modo realistico e anche netto e chiaro dei problemi di casa propria in questo caso parlo della Calabria. Ma sarebbe un errore pensare che ci siano compartimenti stagni rispetto ad un voto che ha espresso un segnale quasi univoco a livello nazionale. Sarebbe sciocco e assolutamente inadeguato pensare che ognuno si fa l’analisi nel proprio municipio”.