Processioni ripristinate dal giorno di Pasqua a due anni di sospensione a seguito dell’inchino della statua della Madonna davanti all’abitazione di Beppe Mazzagatti, boss della ‘ndrangheta
Due anni fa il vescovo della diocesi di Oppido Palmi monsignor Francesco Milito, sospendendo le processioni con una lettera alla diocesi scriveva“ Un atto d’amore per la nostra Chiesa tra passato e futuro. Un gesto convinto e preciso gesto di cautela, di invito alla riflessione e al silenzio, di cui in questo momento tutti abbiamo bisogno. Nessuno, pertanto, è autorizzato a vedervi un gesto di sfiducia o di giudizio verso coloro che alle processioni contribuiscono con dedizione e rettitudine. Il bene di tutti e la serenità degli animi richiedono a volte sacrifici immediati, seppure temporanei”.
La sospensione, inizialmente tempo indeterminato, fu resa nota dal vicario della diocesi, monsignor Giuseppe Acquaro a tutto il clero riunito a Rizziconi in una struttura diocesana e presa dopo la vicenda dell’inchino della statua alla casa del boss Peppe Mazzagatti, ultraottantenne condannato all’ergastolo ma finito ai domiciliari per motivi di salute, durante la processione della Madonna della Grazie di Oppido Mamertina il 2 luglio 2014. Solo 11 giorni prima era arrivata la scomunica ai mafiosi espressa da Papa Francesco durante la Messa nella spianata di Sibari a Cassano all’Ionio. La processione è partita normalmente dalla piccola chiesetta di Tresilico con in testa molti amministratori comunali, alcuni sacerdoti ed i carabinieri. Giunti nei pressi dell’abitazione di Mazzagatti l’effige della Madonna si fermò per mezzo minuto sino a inchinarsi al boss in segno di saluto. Polemiche, anche quando il parroco di Oppido difese gli “uomini” del’inchino a Mazzagatti. Don Benedetto Rustico si rifiutò di condannare i ragazzi che trasportavano la famigerata “vara”.
A quasi due anni di distanza torneranno le processioni proprio a partire da domani, giorni di Pasqua in tutto il comprensorio diocesano. La via scelta dalla diocesi è quella di ripristinare le processioni, ma con regole molto rigide e precise. Il decreto dovrebbe essere operativo la prossima settimana e poi entrare definitivamente in vigore il prossimo mese di aprile. La commissione ha formalizzato un documento/decreto, una sorta di dispensario che prelati e fedeli che dovranno rispettare alla lettera. Le regole, racchiuse in questo nuovo documento, saranno illustrate, nei prossimi giorni, in tutte le parrocchie della diocesi di Oppido-Palmi.
Il decreto, firmato dal vescovo Francesco Milito, dal titolo “Dalla Liberazione alla Comunione”, frutto di un lavoro di commissione nominata dal presule e di “un lungo iter redazionale maturato in una collegialità di interventi” e nello studio della commissione che continuerà, su volere di Milito a seguire l’applicazione delle norme e la recezione dei principi di base nelle singole comunità. Il testo è “ad experimentum per tre anni” fino alla Pasqua del 2019 per permettere il “radicamento e la maturazione di aspetti necessitanti una definitiva accoglienza e un efficace recupero”. Il documento si divide in due parti: la prima dedicata ai Principi teologici e liturgici, la seconda alle conseguenti Norme per la disciplina delle Feste e delle Processioni.
La parte iniziale del documento – spiega una nota della diocesi calabrese – vuole essere “una catechesi sul senso del sacro ricollocato all’interno di una riflessione principalmente cultuale e non solo culturale, con apertura al Mistero pasquale che inizia e porta a compimento le santità da esso derivanti e le conseguenti risposte ecclesiali, oltre che antropologiche, espresse nel pieno significato della festa. La Beata Vergine Maria e i Santi sono i frutti più turgidi e belli del Mistero Pasquale”. Per questo, si legge nel documento, “ogni celebrazione in loro onore va impostata e vissuta con il timbro pasquale”.
Nella seconda parte le Norme alla preparazione dei membri dei Comitati festa e dei portatori che sono chiamati ad essere formati e consapevoli del “prezioso contributo che essi danno per il decoro e la crescita della comunità di appartenenza nella misura in cui“si lasciano guidare dalle norme e dalle indicazioni della Chiesa per comprendere che il primo servizio è sapersi esaminare onestamente e farsi avanti con animo retto e coscienza pura, evitando presenze improvvisate e pretendenti ruoli ai quali non si è debitamente preparati e fino ad arrivare a una vera e propria spiritualità del portatore che faccia maturare il proprio cammino di fede. Vengono, inoltre, esaminate, le Tipologie delle feste, la compilazione del Programma e lo Svolgimento delle processioni”.