Prosegue senza sosta la guerra di posizione tra gli hacker e la regina del pop.
Madonna solo qualche giorno fa si era vista costretta a spedire in fretta e furia sul mercato sei brani estratti dal suo nuovo album, “Rebel heart”; dopo il clamoroso leak che aveva distribuito in Rete, sui principali aggregatori di torrent illegali, una dozzina di “provini vecchi e non pronti ad essere presentati ufficialmente” (almeno così li aveva definiti l’ex material girl) ma che in ogni caso qualche attinenza con l’ideale successore di “MDNA” del 2012 l’avevano: nelle ultime ore sono infatti affiorati quattordici nuovi brani – o provini di canzoni da lavorare – comunque riconducibili alle lavorazioni di una prova sulla lunga distanza di Madonna.
Se in un secondo momento, dopo la reazione istituzionale del suo staff legale, la cantante aveva preferito prendere la parola in un accorato post comparso sul suo account Instagram dove aveva definito quanto accaduto uno “stupro artistico” e una “forma di terrorismo”, con l’intensificarsi dell’escalation la cinquantaseienne diva pare aver preferito appellarsi alla fedeltà dei propri fan, da un lato scoraggiando in ogni modo la fruizione dei leak e dell’altro prospettando un attacco su larga scala alla propria figura: “Questi sono i tempi in cui viviamo”, aveva dichiarato lei solo qualche giorno fa a Billboard, “Voglio dire, guardate cosa sta succedendo alla Sony. Sono tempi folli. Internet è tanto costruttivo e utile nel mettere in contatto le persone quando pericoloso e micidiale nel ferirle”. Madonna era stata ancora più precisa nell’esporre la sua posizione, qualche giorno fa, al Guardian: “Ovviamente dietro a questa operazione c’è una persona, o un gruppo di persone, interessate a perpetrare atti di terrorismo ai miei danni”, aveva spiegato lei: “Non voglio essere allarmista, ma è così che mi sento: è come se qualcuno entrasse in casa tua e ti rubasse un quadro. Non è solo una violazione, perché se di lavoro fai il pittore una cosa del genere è devastante. Ho una personalità artistica, e sono molto espressiva, quindi mi scuso per sembrare allarmista, ma non riesco a non esserlo. Non si tratta di un accordo consensuale. Non ho mai detto: ‘Ecco, questa è la mia musica, ed è finita’. Qui si sta parlando di furto nel vero senso della parola”.