RENDE – Le analisi svolte sulle acque avevano portato al sequestro per tutelare la salute pubblica.
L’ Associazione “CROCEVIA” manifesta sgomento ed incredulità per quanto accaduto ieri mattina negli uffici della locale Polizia Municipale. I sig.ri Morrone, Salituro e Iorio titolari di alcuni dei pozzi sottoposti a sequestro giudiziario da parte della Procura della Repubblica, sono stati convocati ed hanno ricevuto, da parte del Corpo Forestale dello Stato, notifica del Provvedimento di dissequestro dei loro pozzi. Il provvedimento potrebbe anche essere visto come un qualcosa di positivo se non fosse per i motivi che stanno all’origine del dissequestro. I pozzi dei Morrone, furono sequestrati con un provvedimento della Procura della Repubblica del 13 luglio 2011.
In quel periodo, le analisi condotte dal CTU il Prof. Crisci, portarono il Sostituto Procuratore della Repubblica, il dott. Giuseppe Casciaro a sostenere che: “gli esiti, riferiti, dalle analisi chimiche sulle acque dei pozzi destano sicuro ed accentuato allarme per la salute della cittadinanza, ove si consideri, da un canto, che le acque attinte da alcuni di questi pozzi, sono abitualmente impiegate per l’irrigazione di orti e l’abbeveraggio di animali destinati all’alimentazione umana, nonché per l’irrigazione dei fondi agricoli e che, da un altro, i citati metalli pesanti (Alluminio, Manganese e Ferro) si rilevano sicuramente tossici o con potenziale tossicità, in ragione della dose di assorbimento, di talché hanno o possono avere effetti gravemente pregiudizievoli per la salute umana “. Sulla base di ciò, il Sostituto Procuratore disponeva l’immediato sequestro dei pozzi.
Ciò che colpisce è che, a distanza di tre anni, senza nessuna opera di bonifica e/o messa in sicurezza e senza aver disposto ulteriori analisi sugli stessi pozzi, lo stesso Sostituto Procuratore ne abbia disposto il dissequestro. Come mai questi pozzi prima erano considerati gravemente pericolosi per la salute umana ed oggi, alle condizioni immutate, non lo sono più? Quello che ha suscitato in noi maggiore incredulità ed allarmismo, è stata motivazione alla base del provvedimento. Sembra infatti, che il dissequestro sia stato disposto a causa dell’inizio delle operazioni di bonifica del sito. A noi cittadini, non risulta che sia iniziata alcuna operazione di bonifica dei laghi della ex Legnochimica. Nel mese di settembre sono state fatte solo delle analisi sul procedimento che vorrebbe utilizzare la società per il disinquinamento ma è ancora tutto al vaglio degli esperti e nemmeno si è sicuri che la prossima conferenza dei servizi approvi questo procedimento.
Tra l’altro, da un’intervista fatta all’assessore all’Ambiente del Comune di Rende, sembra che si sarebbe proceduti al disinquinamento dei pozzi sequestrati solo dopo aver compiuto la bonifica delle vasche. Altra cosa che preoccupa e non poco, è la totale mancanza di prescrizioni all’utilizzo delle acque dei pozzi dissequestrati. Infatti chi ha avuto tolti i sigilli, continua ancora oggi a chiedersi se può utilizzare o meno l’acqua dei pozzi sia per l’irrigazione che per le finalità alimentari. Allora, a questo punto, risultano leciti i seguenti interrogativi: ma i valori dell’acqua dei pozzi dissequestrati, ad oggi, sono migliorati? Non esiste più inquinamento per questi pozzi? Per evitare di attentare nuovamente alla salute dei cittadini, non sarebbe stato meglio procedere ad un’ulteriore esame delle acque prima di procedere al dissequestro? Di chi sarà la responsabilità delle eventuali conseguenze per l’utilizzo dei pozzi dissequestrati? E soprattutto come mai un tale provvedimento proprio alle porte delle votazioni per il Consiglio Regionale?