RENDE – Procede l’odissea della bonifica dell’ex Legnochimica di contrada Lecco.
Sono terminate le prove tecniche per verificare che lo smaltimento dei fanghi, presenti nei laghi contenenti gli scarti industriali dell’azienda, non risulti nocivo per l’ambiente. Sono al vaglio di un laboratorio privato di Cuneo, città in cui la società ha la sede legale, i campioni delle acque prelevate e depurate in loco, che Legnochimica per risparmiare circa 5 milioni di euro intende riversare nel torrente limitrofo. Un dettaglio che ha fatto insospettire gli ambientalisti di Crocevia, che da tempo si batte per far emergere la verità sui metalli pesanti presenti nelle falde freatiche della zona limitrofa all’ex Legnochimica. Venerdì a partire dalle 8.30 a piazza Matteoti, nella sede in cui si riunisce il consiglio comunale di Rende, la commissione ambiente si riunirà per fare il punto sulla situazione.
Intanto per i risultati provenienti da Cuneo, che permetteranno di decretare se la soluzione scelta dalla società sia compatibile con la tutela della salute pubblica, si dovrà aspettare almeno un’altra settimana. Dopodichè il laboratorio invierà una relazione alla società che provvederà ad inoltrarla al Comune di Rende. Qualora le analisi non dovessero rispettare i valori di legge che consentono di riversare direttamente i reflui nei corsi d’acqua, ritornerà sul tavolo di discussione la bonifica proposta da ASP, Arpacal, Regione, Provincia e Comune: aspirare i fanghi, trasportarli in un impianto di trattamento per rifiuti speciali e poi smaltirli. Una procedura che decuplicherebbe i costi per Legnochimica che, a fronte di 6 milioni e mezzo di euro di spesa stimati per la bonifica del sito, intende investirne, utilizzando la soluzione della depurazione in loco, non più di 650mila.