COSENZA – Il business delle ‘ndrine genera un fatturato superiore a quello della Deutsche Bank e Mc Donald’s messi insieme.
Ammonta a circa 53 miliardi di euro il giro d’affari della ‘ndrangheta: un esercito di circa 60mila affiliati e quasi 400 ‘ndrine operative in 30 Paesi al mondo. A confermare l’enorme potere economico della mafia calabrese è l’istituto Demoskopika che ne ha stimato il giro d’affari pari al 3,5% del PIL italiano. Il maggiore introito pare sia costituito dal traffico di stupefacenti che determinerebbe guadagni per 24,2 miliardi di euro. La seconda voce di ‘bilancio’ sarebbe il riciclaggio che ha assicurato alle cosche calabresi un profitto di 19,6 miliardi di euro. Mentre estorsioni e usura porterebbero nelle bacinelle delle ‘ndrine 2,9 miliardi di euro, gli appalti pubblici 2,4 miliardi di euro, il gioco d’azzardo 1,3 miliardi di euro. Meno rilevanti invece i proventi dal traffico di armi 700 milioni di euro e di rifiuti illeciti 670 milioni di euro, dalla prostituzione 370 milioni di euro, dalla contraffazione 330 milioni di euro e dall’immigrazione clandestina 130 milioni di euro. “La ‘Ndrangheta – dichiara l’economista e autore dello studio di Demoskopika, Raffaele Rio – e’ percepita come una componente “normale” dal mondo produttivo uno scenario inevitabile per qualsiasi attivita’. In questo quadro – precisa Rio – la criminalita’ organizzata calabrese rappresenta un evidente ostacolo che grava pesantemente sullo sviluppo del territorio”.
Le attivita’ criminali dell’usura e del racket, soltanto in Calabria, colpirebbero oltre 40 mila commercianti e operatori economici provocando una mancata crescita stimabile in 3,5 punti dell’intera ricchezza prodotta in Calabria pari a circa 1,2 miliardi di euro. Un’imprenditore su due crede sia colpa della politica messa in campo da Governo e Parlamento ritenuta estremamente inadeguata a contrastare il fenomeno mafioso. Per il 58,3% degli imprenditori calabresi i legami stretti da affari e politica alimentano la corruzione di contro un quinto degli intervistati (21,6%) denuncia la mancanza di trasparenza nel modo in cui viene speso il denaro pubblico. Inoltre circa 15 mila operatori economici calabresi denunciano di aver ricevuto richieste estorsive, mazzette e tangenti da parte di funzionari pubblici. Tra i territori piu’ ‘accoglienti’ per la ‘ndrangheta al primo posto risulta esservi l’Australia con 19 ‘ndrine, segue la Colombia 14 ‘ndrine, la Germania 12 ‘ndrine e il Canada 10 ‘ndrine. Non mancano le sorprese come, ad esempio la Tahilandia, le Antille olandesi o il Togo, quest’ultimo tra le mete preferite dalle cosche calabresi per traffico di rifiuti illegali o di pietre preziose. A livello italiano, escludendo ovviamente la Calabria, sono ben 122 i sodalizi che hanno ramificato ed esteso la propria attivita’ fuori dai confini regionali: in testa Piemonte, Liguria, Lazio e Lombardia. In Calabria,nella sola provincia di Reggio Calabria risulterebbero attualmente operanti ben 74 ‘ndrine con una presenza attiva di un esercito di circa 10 mila ‘ndranghetisti. Infine resta da evidenziare come in Italia siano ben 82 i comuni sciolti per ‘ndrangheta dal ’91 ad oggi, 76 dei quali in Calabria.